11 AGOSTO 1944 liberazione di Firenze-
12 AGOSTO 1944 eccidio di SANT’ANNA DI STAZZEMA-
Due
avvenimenti così diversi, che hanno in comune il sacrificio di un popolo che ha
pagato con la propria vita la conquista della libertà.
Firenze praticamente era già stata liberata dal giogo
nazi-fascista quando in città entrarono le truppe alleate. Molti giovani e meno
giovani avevano sacrificato la vita per questo grande ideale, l’ideale di
libertà, di giustizia e di solidarietà. Potremmo citare tanti esempi, ma uno su
tutti risalta più degli altri: quello di ALIGI BARDUCCI nome di battaglia
POTENTE; nato a Firenze nel quartiere del Pignone, il mio quartiere, che ha
dato i natali a tanti illustri combattenti della resistenza al nazi-fascismo.
Firenze agosto del 1944.
Le truppe alleate procedono a rilento verso Firenze e
riescono a raggiungere e ad insediarsi solo nella parte dell'OLTRANNO. Durante la notte del 4 agosto i tedeschi fecero
saltare i ponti sull'ARNO, a Firenze; al
mattino arrivarono in città i reparti garibaldini della Sinigaglia, il comando
della divisione Arno, con Potente e Giobbe e gli uomini della Lanciotto, giunti
dopo un'estenuante marcia, passati attraverso l'accerchiamento nemico. A questo
punto si scatenò la lotta fra i partigiani e i franchi tiratori, cecchini
nazifascisti. La sera dell'8 agosto, durante un rastrellamento contro i franchi
tiratori d'OLTRARNO, Potente rimase mortalmente ferito per lo scoppio di una granata nemica,
mentre si stava dirigendo al distretto militare di Piazza Santo Spirito, per
accordarsi con le Autorità alleate. Fu portato dapprima all'infermeria del
distretto, poi all'ospedale da campo del Pian Dei Giullari e da qui all'ospedale di Greve in Chianti, dove
morì all'alba del giorno seguente, all'età di trentun anni, assistito dal
partigiano GIOVANNI MELONI, Chimico. Firenze viene liberata ufficialmente due giorni dopo
e il contributo di 'Potente' e dei suoi uomini è stato talmente determinante
che la città viene storicamente indicata come la prima in Italia ad essersi
liberata da sola. In onore di Aligi Barducci, la Divisione Garibaldi-Arno prese
il nome di Divisione Potente.
SANT’ANNA DI STAZZEMA: L'eccidio
di SANT'ANNA fu un crimine
contro l'umanità commesso dai soldati tedeschi della 16. SS-Panzergrenadier-Division
"Reichsführer SS",
comandata dal generale Max Simon e guidati da
collaborazionisti fascisti, il 12
agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine
del mese. Il giorno precedente, l'11 agosto 1944, la divisione aveva commesso
già l'eccidio della ROMAGNA. All'inizio
dell'agosto 1944 SANT’ANNA DI STAZZEMA era stata
qualificata dal comando tedesco come "zona bianca”, ossia una località
adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell'estate,
aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani
avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di
particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò,
all'alba del 12 agosto 1944, tre reparti di SS salirono a Sant'Anna mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a
valle sopra il paese di VALDICASTELLO. Alle sette il paese era circondato.
Quando le SS giunsero a Sant'Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti
che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non
essere deportati mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe
capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 civili, in gran parte
bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle
o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano colpi
di rivoltella e altre modalità di stampo terroristico. La vittima più giovane,
Anna Pardini, aveva 20 giorni. Gravemente ferita, la rinvenne agonizzante una
sorella miracolosamente superstite, tra le braccia della madre ormai morta.
Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di VALDICASTELLO. Infine, incendi
appiccati a più riprese causarono ulteriori danni a cose e persone.
Non si trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta a
una determinata azione del nemico): come è emerso dalle indagini della procura
militare di LA SPEZIA, infatti, si trattò di un atto terroristico premeditato e curato in
ogni dettaglio per annientare la popolazione, la loro volontà e tenerla sotto
controllo grazie al terrore. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e
sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni
civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
Questi sono gli avvenimenti da ricordare e che saranno per sempre
patrimonio della nostra storia………………………………………………………………………………….
Purtroppo esistono ancora, e non son poche, persone che inneggiano a favore
dei delinquenti che hanno portato morte e distruzione tra le nostre genti privando il popolo italiano per tanti e tanti
anni delle libertà fondamentali. Persone che vorrebbero riaprire i campi di
concentramento per i disperati del mondo, per gli omosessuali per i diversi,
sono passati settanta anni da quegli avvenimenti ma in certe teste sembra che
nulla sia cambiato. Io sono un inguaribile ottimista e spero che ci sia un
grande recupero di civiltà………un paese che ha dato i natali a DANTE, MANZONI,
LEONARDO, VERDI, MICHELANGELO, …………. Non può cadere così in basso !!!!!!!!!!
Guido Michi
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