giovedì 6 settembre 2018


STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi

14° PARTE
TRA STORIA E FANTASIA

Ed infatti, di li a poco…………il grande portone verde si  aprì e dal piccolo spiraglio, una vocina flebile
-giovanotto, giovanotto!
Ed io stupito guardai verso la porta cercando di mettere a fuoco la figurina che appena si intravedeva dentro quello piccolo spicchio di porta semi aperto. Mi portai le punta della mano destra sul petto un modo di dire a quella persona invisibile che mi stava chiamando:
-dice a me?
-si giovanotto dico proprio a lei, è così buono e gentile a venire dentro per darmi una mano?
Allora mi avvicinai con passo esitante e solo in quel momento vidi la figurina esile di una vecchia signora tutta vestita di nero in una foggia un po’ démodé.
-giovanotto mi perdoni…..perdoni la mia sfacciataggine, ma sa io son sola e come può vedere piuttosto in la con gli anni. Ho una vecchia pendola di quelle che battono le ore con un bel suono di campane , mi si è fermata perché ha finito la carica ed io non ce la faccio a rimetterla in funzione.
-volentieri signora, ci mancherebbe!
A quel punto lei aprì un varco più ampio per farmi entrare in casa, si scostò quasi non volesse toccarmi o essere toccata.
Il piano terreno era costituito da un unico grande ambiente che su un lato aveva un grande camino in pietra serena con sulla cappa un grande stemma gentilizio pure esso in pietra, il tutto era annerito dal fumo prodotto dal fuoco anche se aveva tutta l’apparenza di non essere stato utilizzato almeno negli ultimi tempi. Nella parete opposta c’era una monumentale credenza di legno massiccio completamente disadorna. E nel mezzo della stanza due seggioloni a spalliera alta nel cui centro c’era impresso lo stesso stemma visibile sul camino.
Un po’ di luce filtrava dalla persiana sgangherata della finestra che dava sulla strada e di fronte c’erano altre due porte finestra anch’esse chiuse da persiane  in mal arnese. Vicino alla credenza c’era la pendola che in effetti non dava segni di vita.
Solo a quel punto vidi la signora, una figurina minuta tutta vestita di nero e da una specie di corpetto usciva  una camicia bianca con un alto collo increspato che per chiusura usava una spilla dorata ove era dipinto un volto probabilmente di uomo che io non potevo ben distinguere a causa della distanza e della piccolezza del gioiello.
Un volto minuto incorniciato da capelli candidi raccolti nella nuca ma ciò che mi impressionò di più furono gli occhi di un azzurro intenso, come il cielo di quella giornata di inizio estate, privi di vita e con una  innaturale fissità.

FINE QUATTORDICESIMA PARTE








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