NESSUNO TOCCHI CAINO no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E IMPICCAGIONI DI DONNE 2. NEWS FLASH: USA: DOPO 16 ANNI TORNANO LE
ESECUZIONI FEDERALI 3. NEWS FLASH:
PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE OMICIDA DI UN TRANSGENDER 4. NEWS FLASH: FILIPPINE: DUTERTE CHIEDE AL
PARLAMENTO DI REINTRODURRE LA PENA DI MORTE 5.
NEWS FLASH: IRAQ: CONDANNATI A MORTE DUE MEMBRI DELLO STATO ISLAMICO
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN: CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E IMPICCAGIONI DI
DONNE L'Iran ha reso noto di aver arrestato 17 presunte spie al servizio della
CIA, emettendo condanne a morte nei confronti di alcune di loro.
Il ministero dell'intelligence di Teheran ha affermato
che i sospettati stavano raccogliendo informazioni nel settore nucleare,
militare e in altri settori.
L'Iran ha detto che le spie che presumibilmente
lavoravano per la Central Intelligence Agency sono state arrestate in un
periodo di 12 mesi fino a marzo di quest'anno.
I 17 sono tutti cittadini iraniani che lavoravano in
"centri sensibili" nelle strutture militari e nucleari e nel settore
privato che avrebbero agito indipendentemente l'uno dall'altro, ha detto ai
giornalisti un alto funzionario dell'intelligence iraniana.
Non ha detto quanti siano stati condannati a morte o
quando le sentenze siano state pronunciate.
"Sono state emesse sentenze per queste spie, alcune
delle quali devono essere messe a morte come "corruttori sulla terra"
(un'accusa punibile con la morte in base alle regole islamiche in Iran), ha
dichiarato il capo del dipartimento di spionaggio del ministero
dell'intelligence, riportato dalla Iranian Students News Agency (ISNA).
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha respinto
le accuse iraniane, definendole come "totalmente false".
Sempre in Iran, due donne, Arasteh Ranjbar e Nazdar
Vatankhah, sono state impiccate nella prigione di Urmia il 23 luglio 2019. La
notizia è stata riportata inizialmente da diverse fonti “libere”, e il giorno
dopo confermata anche da fonti filogovernative. Arasteh Ranjbar era accusata di
aver ucciso il marito, e Nazdar Vatankhah, sorella della vittima, era accusata
di complicità nello stesso fatto. Entrambe avevano trascorso 15 anni nel
braccio della morte. Lo scorso mese era stato notificato loro che avevano un
mese di tempo per cercare un accordo con i familiari della vittima, ossia gli
stessi figli di Arasteh Ranjbar, per evitare l’esecuzione. L’accordo non è
stato trovato, e le due donne sono state messe a morte. Con loro sale a 93 il
numero delle donne impiccate da quando, nell’agosto 2013, è stato eletto
presidente Hassan Rouhani. Secondo HENGAW e KHRN le due donne erano di etnia
curda.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
USA: DOPO 16 ANNI TORNANO LE ESECUZIONI FEDERALI Il
dipartimento della Giustizia ha annunciato la ripresa delle esecuzioni capitali
nel sistema di giustizia federale, dopo una moratoria durata oltre 15 anni. Nel
suo comunicato, il dipartimento riferisce che il ministro della Giustizia,
William Barr, ha chiesto al direttore dell'Ufficio carcerario federale di
programmare le esecuzioni di cinque detenuti che si trovano nel braccio della
morte per condanne per omicidio. La prima esecuzione è stata fissata per il 9
dicembre.
"Il Congresso ha espressamente autorizzato la pena
di morte attraverso la legislazione adottata dai rappresentanti del popolo in
entrambe le camere del Congresso e firmata dal presidente", ha detto Barr.
"Il dipartimento di Giustizia sostiene lo stato di diritto e dobbiamo alle
vittime e alle loro famiglie l'esecuzione delle sentenze imposte dal nostro
sistema giudiziario".
La decisione annunciata oggi avrà effetto solamente sul
sistema di giustizia federale, poiché gli Stati Usa decidono autonomamente se
adottare la pena di morte nei propri ordinamenti giudiziari. Sebbene l'ultima
condanna a morte nel sistema di giustizia federale sa stata eseguita nel 2003,
la magistratura federale ha continuato in ambito processuale a chiedere
condanne alla pena capitale.
La prima condanna a morte che verrà eseguita il 9
dicembre, riferisce il dipartimento di Giustizia nel suo comunicato, sarà
quella di Daniel Lewis Lee, membro di un gruppo di suprematisti bianchi, che
nel 1999 venne condannato per l'omicidio di una famiglia di tre persone,
compresa una bambina di otto anni.
Le cinque esecuzioni programmate avranno luogo tra il 9
dicembre e il 15 gennaio del 2020 nel penitenziario di Terre Haute, in Indiana.
Altre esecuzioni "verranno programmate in date successive". Si
tratta, spiega il dipartimento, di condannati a morte che hanno esaurito tutti
i gradi di appello e le disposizioni successive alla condanna e per i quali, al
momento, non ci sono impedimenti legali che ne impediscano l'esecuzione.(Fonti:
Adn, 25/07/2019) Sotto è riportato il link per ascoltare l’intervista a Sergio
D’Elia sul ripristino delle esecuzioni federali negli Usa.
PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE OMICIDA DI UN TRANSGENDER
L’omicida di una persona transgender è stato condannato a morte dal tribunale
distrettuale di Peshawar il 22 luglio 2019. La sentenza è stata annunciata dal
giudice Saadia Andaleeb nel caso dell’omicidio di Alisha, uccisa con arma da
fuoco da Fazal Dayan Alias Fazal Gujar nel maggio 2016.
La sentenza è stata emessa sulla base della dichiarazione
in punto di morte della vittima alla polizia in ospedale. Un altro accusato nel
caso, Rahmat Ullah, è stato liberato in quanto la polizia non ha potuto
presentare alcuna prova del suo coinvolgimento nel caso di omicidio.
Il caso è stato seguito in tribunale dal capo della
TransAlliance, Farzan Jan, attraverso il suo avvocato Gul Rahman.
Taimur Kamal, attivista della società civile di Peshawar,
ha detto a TNN che per la prima volta l'assassino di una persona transgender è
stato condannato a morte da un tribunale. Ha espresso soddisfazione per la
sentenza e ha affermato che una punizione severa sarà utile per contrastare i
crescenti crimini contro i transessuali nel Paese.
FILIPPINE: DUTERTE CHIEDE AL PARLAMENTO DI REINTRODURRE
LA PENA DI MORTE Il presidente filippino Rodrigo Duterte il 22 luglio 2019 ha
esortato i parlamentari a reintrodurre la pena di morte, come parte della sua
repressione contro i narcotici in cui la polizia ha già ucciso migliaia di
persone.
Sostenuto da alti indici di gradimento nel Paese e da un
parlamento dominato dai suoi alleati, Duterte ha usato il suo discorso annuale
sullo stato della nazione per avanzare la richiesta.
"Chiedo rispettosamente al congresso di ripristinare
la pena di morte per crimini gravi legati alla droga e al saccheggio", ha
detto riferendosi anche al problema della corruzione profondamente radicato
nella nazione.
"Miei connazionali, è una triste constatazione che
non possiamo distinguere il nostro bisogno dalla nostra avidità, i nostri
principi dai pregiudizi", ha detto a centinaia di legislatori, diplomatici
e celebrità riuniti a Manila.
IRAQ: CONDANNATI A MORTE DUE MEMBRI DELLO STATO ISLAMICO
Un tribunale iracheno ha condannato a morte due uomini dopo averli giudicati
colpevoli di essersi uniti al gruppo dello Stato Islamico, ha reso noto la
magistratura.
Uno dei due è stato ritenuto implicato in attacchi
terroristici contro le forze di sicurezza vicino alla raffineria di petrolio di
Baiji e all'Università di Tikrit nella provincia a maggioranza sunnita di
Salahuddin, ha detto in un comunicato il Supremo Consiglio Giudiziario il 18
luglio 2019, riportato da Baghdad Today.
L'altro imputato avrebbe confessato di aver gestito
un'officina per veicoli-bomba dello Stato Islamico nel 2014, secondo la
dichiarazione.