All’inizio degli anni ’50 la famiglia Bartolo è presente a Firenze indirizzata e coinvolta nei lavori su pietra da Bernardo ed Antonio Rossellino (Gamberelli) , scultori ed architetti originari di Settignano.
Geri e Desiderio “ischarpellatori” , forse negli anni 1453-54 impiantano una bottega propria al ponte S.Trinità , affittando un “chasolare” da Giovanni Panciatichi; gli affari dovettero andare bene se nel 1458 Geri e Desiderio comperano una abitazione in Santa Maria (l’attuale via Buonarroti).
Desiderio, iscritto all’ordine dell’Arte nel 1453 e nel 1455, iniziò presto a ricevere numerose commissioni dal mercante d’arte Bartolomeo Serragli, fornitore principale dei Medici e degli Aragonesi di Napoli; nello stesso periodo si ha prova documentale che nella bottega operavano aiuti di grande esperienza ed affidabilità.
Ad un certo momento il fratello Geri non è più ricordato come socio attivo del fondaco; egli forse prosegue l’attività di scalpellino di manufatti in pietra e in lavori di ornato, collaborando più strettamente con il padre Francesco ed il fratello Antonio , che mai avevano spostato la residenza da Settignano.
Nel Trattato di architettura di Filarete, redatto all’inizio degli anni ’60, Desiderio viene definito come “solenne maestro”, assieme a Donatello, Luca della Robbia, Michelozzo e Bernardo Rossellino; negli stessi anni lasciano la bottega di Desiderio alcuni aiuti, tra i quali forse Andrea Verrocchio.
Nella bottega di Desiderio si facevano in pietra ed in marmo busti,statue e rilievi, arredi, sculture decorative ma anche terracotte e lavorazioni in stucco dipinto; si eseguivano sculture in legno ed in bronzo.
La committenza era ricca e prestigiosa, prevalentemente di ambito mediceo ; Desiderio è incapace di soddisfare tutte le richieste di opere , anche perché ,attento alla qualità, tende a non cumulare gli incarichi.
Desiderio muore a Firenze nel 1464; ai Servi una lapide latina sulla sepoltura lo ricorda : “come vide natura /dar Desiderio a’ freddi marmi vita /e poter la scultura /agguagliar sua bellezza alma e infinita/si fermò sbigottita ;/e disse :”ormai sarà mia gloria oscura”/e piena d’alto sdegno/troncò la vita a quel felice ingegno./Ma in van ;perché i suoi marmi /viveran sempre e viveranno i carmi.”
Desiderio tra maestri, allievi e collaboratori
Tra i maestri: Bernardo ed Antonio Rossellino per i quali eseguì numerosi lavori : per esempio nel Monumento funebre della Beata Villana l’angelo reggicortina di destra ; analogamente nel Monumento Bruni a Santa Croce l’intervento riguardò il putto reggi festone del fregio battesimale, ecc; ma anche Donatello, di cui Desiderio fu “discepolo putativo “ ( Donatello era infatti andato a Padova , al Santo, dal 1443 al 1453).
Donatello , nel breve tempo del ritorno a Firenze, patrocinò il giovane Desiderio presso i Medici, i Martelli ed il mercante Serragli ; gli affidò l’incarico di portare a termine o eseguire lavori lapidei a cui egli non era più in grado di provvedere, a causa dell’età e della malattia.
Desiderio ha però ,rispetto a Donatello, una cifra stilistica diversa e quasi opposta: il suo modo cesellato e polito che tende allo sfumato è estraneo al “bozzato” , al “non finito”, alla drammaticità “espressionistica”,al corrusco, al composito “all’eccentrico” di Donatello.
Donatello non per questo disconobbe il valore di Desiderio e il giovane scultore si sentì sempre onorato della stima e degli incarichi dell’anziano Maestro; così almeno andavano le cose del mondo a Firenze , nel ‘400 e nel ‘500.