Bufale sul fascismo…….
È da molto tempo che circolano su internet bufale sul
fascismo e su Mussolini, spesso strumentalizzate a fini politici o di
riabilitazione del fascismo, che vengono condivise da molte persone ignare
della loro attendibilità. Qui di seguito verranno riportati alcuni miti su
Mussolini.
Per ben inquadrare il periodo storico, ricordiamo che governò l'Italia dal
28 ottobre 1922 alla fine del fascismo con la seconda guerra mondiale, finendo
per essere giustiziato dagli italiani il 28 aprile 1945 (data che coincide con
la fine di quello che restava del fascismo).
Invece, per inquadrare bene Mussolini ed il fascismo, ecco spiegato in
breve i suoi doni all'Italia.
Squadrismo e violenza politica
Fra le attività "qualificanti" del fascismo del primo periodo vi è il sistematico ricorso alla violenza contro gli avversari politici, le loro sedi e le loro organizzazioni, da parte di bravacci legati ai ras locali. Torture, olio di ricino, umiliazioni, manganellate. Non di rado, tuttavia, gli oppositori perdevano la vita a seguito delle violenze.
Fra le attività "qualificanti" del fascismo del primo periodo vi è il sistematico ricorso alla violenza contro gli avversari politici, le loro sedi e le loro organizzazioni, da parte di bravacci legati ai ras locali. Torture, olio di ricino, umiliazioni, manganellate. Non di rado, tuttavia, gli oppositori perdevano la vita a seguito delle violenze.
Un calcolo approssimativo induce a calcolare in circa 500 i morti causati
dalle spedizioni punitive fasciste fra il 1919 e il 1922. Il parroco di
Argenta, don Giovanni Minzoni, fu assassinato in un agguato da due uomini di
Balbo, nell'agosto del 1923. Ma anche quando il fenomeno della violenza
squadrista sembrò perdere le proprie caratteristiche originarie, e gli uomini
legati ai ras locali vennero convogliati in organizzazioni ufficiali come la
Milizia volontaria, forme di violenza politica sostanzialmente analoghe allo
squadrismo non cessarono di costellare la vicenda del fascismo al potere.
Per tutti, tre casi notissimi: nel giugno 1924 Giacomo Matteotti venne
rapito e assassinato con metodo squadrista, e il gesto sarebbe stato
esplicitamente rivendicato da Mussolini nel gennaio dell'anno successivo; Piero
Gobetti, minato dall'aggressione subita nel settembre 1924, morì due anni dopo,
in esilio; Giovanni Amendola spirò per le ferite riportate in un'aggressione
fascista subita nel luglio 1925.
La repressione - dagli omicidi al Tribunale speciale per la difesa dello Stato
Assunto il potere Mussolini si poté giovare dell'apparato di repressione dello Stato. Che venne rafforzato e riorganizzato. Con la nascita dell'OVRA (l'Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell'Antifascismo) venne razionalizzata la persecuzione degli antifascisti, con tutti i mezzi, legali e illegali. Anche l'omicidio politico in paese straniero. Arturo Bocchini, capo della polizia, venne incaricato dallo stesso Duce e dal ministro degli Esteri Galeazzo Ciano di eliminare fisicamente Carlo Rosselli che allora risiedeva a Parigi.
La repressione - dagli omicidi al Tribunale speciale per la difesa dello Stato
Assunto il potere Mussolini si poté giovare dell'apparato di repressione dello Stato. Che venne rafforzato e riorganizzato. Con la nascita dell'OVRA (l'Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell'Antifascismo) venne razionalizzata la persecuzione degli antifascisti, con tutti i mezzi, legali e illegali. Anche l'omicidio politico in paese straniero. Arturo Bocchini, capo della polizia, venne incaricato dallo stesso Duce e dal ministro degli Esteri Galeazzo Ciano di eliminare fisicamente Carlo Rosselli che allora risiedeva a Parigi.
Il 9 giugno 1937, a Bagnoles-de-l'Orne dove Carlo Rosselli e il fratello
Nello si erano recati per trascorrere il fine settimana, un commando di
cagoulards (gli avanguardisti francesi) compì la missione: bloccata l'auto
sulla quale viaggiavano i due fratelli, Carlo e Nello furono prima pestati,
poi, accoltellati a morte. Lo strumento ufficiale della repressione fascista fu
invece il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. L'attentato di Anteo
Zamboni a Mussolini, il 31 ottobre 1926, offrì l'occasione di una serie di
misure repressive.
Tra queste la "legge per la difesa dello Stato", n. 2008 del 25
novembre 1926, che stabilì, tra l'altro, la pena di morte per chi anche solo
ipotizzava un attentato alla vita del re o del capo del governo. A giudicare i
reati in essa previsti, la nuova normativa istituì il Tribunale speciale, via
via prorogato fino al luglio 1943, quindi ricostituito nel gennaio 1944, nella
Rsi. Nel corso della sua attività, emise 5619 sentenze e 4596 condanne. Tra i
condannati anche 122 donne e 697 minori. Le condanne a morte furono 42, delle
quali 31 furono eseguite mentre furono 27.735 gli anni di carcere. Tra i suoi
'beneficati', ci furono Antonio Gramsci, che morì in carcere nel 1938, il
futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini e Michele Schirru, fucilato
nel 1931 solo per avere espresso "l'intenzione di uccidere il capo del governo".
Il confino
Il confino di polizia in zone disagiate della Penisola, fu una misura usata con straordinaria larghezza. Il regio decreto 6 novembre 1926 n.1848 stabilì che fosse applicabile a chiunque fosse ritenuto pericoloso per l'ordine statale o per l'ordine pubblico. A un mese dall'entrata in vigore della legge le persone confinati erano già 600, a fine 1926, oltre 900, tutti in isolette del Mediterraneo o in sperduti villaggi dell'Italia meridionale. A finire al confino furono importanti nomi della futura classe dirigente: da Pavese a Gramsci, da Parri a Di Vittorio, a Spinelli. Gli inviati al confino furono, complessivamente, oltre 15.000. Ben 177 antifascisti morirono durante il soggiorno coatto.
Deportazione
La politica antiebraica del regime fascista culminò nelle leggi razziali del 1938. Alla persecuzione dei diritti subentrò, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, anche la persecuzione delle vite. La prima retata attuata risale al 16 ottobre 1943 a Roma; degli oltre 1250 ebrei arrestati in quell'occasione, più di 1000 finirono ad Auschwitz, e di essi solo 17 erano ancora vivi al termine del conflitto.
Il confino
Il confino di polizia in zone disagiate della Penisola, fu una misura usata con straordinaria larghezza. Il regio decreto 6 novembre 1926 n.1848 stabilì che fosse applicabile a chiunque fosse ritenuto pericoloso per l'ordine statale o per l'ordine pubblico. A un mese dall'entrata in vigore della legge le persone confinati erano già 600, a fine 1926, oltre 900, tutti in isolette del Mediterraneo o in sperduti villaggi dell'Italia meridionale. A finire al confino furono importanti nomi della futura classe dirigente: da Pavese a Gramsci, da Parri a Di Vittorio, a Spinelli. Gli inviati al confino furono, complessivamente, oltre 15.000. Ben 177 antifascisti morirono durante il soggiorno coatto.
Deportazione
La politica antiebraica del regime fascista culminò nelle leggi razziali del 1938. Alla persecuzione dei diritti subentrò, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, anche la persecuzione delle vite. La prima retata attuata risale al 16 ottobre 1943 a Roma; degli oltre 1250 ebrei arrestati in quell'occasione, più di 1000 finirono ad Auschwitz, e di essi solo 17 erano ancora vivi al termine del conflitto.
Il Manifesto programmatico di Verona (14 novembre 1943) sancì che gli ebrei
erano stranieri e appartenevano a "nazionalità nemica". Di lì a poco
un ordine di arresto ne stabilì il sequestro dei beni e l'internamento, in
attesa della deportazione in Germania.
Nelle spire della "soluzione finale" hitleriana il regime
fascista gettò, nel complesso, circa 10.000 ebrei. Oltre alla deportazione
razziale, fra le responsabilità del regime di Mussolini c'è anche la
deportazione degli oppositori politici e di centinaia di migliaia di soldati
che, dopo l'8 settembre, preferirono rischiare la vita nei campi di
concentramento in Germania piuttosto che aderire alla Rsi.
La guerra
Fuori dai confini i morti contano meno? Allora non si possono proprio considerare tali gli etiopi uccisi con il gas durante la guerra per l'Impero, o i libici torturati e impiccati durante le repressioni degli anni Venti e Trenta, o gli jugoslavi uccisi nei campi di concentramento italiani in Croazia. Ma la spada di Mussolini provocò tanti morti anche tra i suoi connazionali. Mussolini trascinò in guerra l'Italia il 10 giugno del 1940, per partecipare al banchetto nazista. I risultati, per l'Italia, furono questi. Fino al 1943, 194.000 militari e 3.208 civili caduti sui fronti di guerra, oltre a 3.066 militari e 25.000 civili morti sotto i bombardamenti alleati.
La guerra
Fuori dai confini i morti contano meno? Allora non si possono proprio considerare tali gli etiopi uccisi con il gas durante la guerra per l'Impero, o i libici torturati e impiccati durante le repressioni degli anni Venti e Trenta, o gli jugoslavi uccisi nei campi di concentramento italiani in Croazia. Ma la spada di Mussolini provocò tanti morti anche tra i suoi connazionali. Mussolini trascinò in guerra l'Italia il 10 giugno del 1940, per partecipare al banchetto nazista. I risultati, per l'Italia, furono questi. Fino al 1943, 194.000 militari e 3.208 civili caduti sui fronti di guerra, oltre a 3.066 militari e 25.000 civili morti sotto i bombardamenti alleati.
Dopo l'armistizio, 17.488 militari e 37.288 civili caduti in attività partigiana
in Italia, 9.249 militari morti in attività partigiana all'estero, 1.478
militari e 23.446 civili morti fra deportati in Germania, 41.432 militari morti
fra le truppe internate in Germania, 5.927 militari caduti al fianco degli
Alleati, 38.939 civili morti sotto i bombardamenti, 13.000 militari e 2.500
civili morti nelle file della Rsi. A questi vanno aggiunti circa 320.000
militari feriti sui vari fronti per l'intero periodo bellico 1940/1945 e circa
621.000 militari fatti prigionieri dalle forze anglo-americane sui vari fronti
durante il periodo 1940/1943.
I Miti e la realtà
Mito: I fascisti non hanno mai rubato
Realtà: Si è sempre detto che il Fascismo è stata una dittatura che ha
strappato la libertà agli italiani ma che almeno i fascisti non hanno mai
rubano, non sono stati corrotti. Invece non è così. Mussolini non fa in tempo a
prendere il potere che la corruzione già dilaga. Un sistema corrotto scoperto
già da Giacomo Matteotti: denuncia traffici di tangenti per l’apertura di nuovi
casinò, speculazioni edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto
il futuro Duce attraverso suo fratello Arnaldo.
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
I documenti scoperti e mostrati da storici di assoluto valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco Perfetti, Lorenzo Santoro presso l’Archivio Centrale dello Stato sono prove che inchiodano il fascismo alla verità. È stato anche realizzato un documentario RAI che lo testimonia bene (qui)
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
I documenti scoperti e mostrati da storici di assoluto valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco Perfetti, Lorenzo Santoro presso l’Archivio Centrale dello Stato sono prove che inchiodano il fascismo alla verità. È stato anche realizzato un documentario RAI che lo testimonia bene (qui)
Si è sempre detto che il Fascismo è stata una dittatura
che ha strappato la libertà agli italiani ma che almeno i fascisti non
hanno mai rubano, non sono stati corrotti. Invece non è così.
Mussolini non fa in tempo a prendere il potere che la corruzione già dilaga. Un
sistema corrotto scoperto già da Giacomo Matteotti: denuncia traffici
di tangenti per l’apertura di nuovi casinò, speculazioni
edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto il futuro Duce
attraverso suo fratello Arnaldo.
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
I documenti scoperti e mostrati da storici di assoluto
valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco
Perfetti, Lorenzo Santoro presso l’Archivio Centrale dello Stato sono
prove che inchiodano il fascismo alla verità.
Si è sempre detto che il Fascismo è stata una dittatura
che ha strappato la libertà agli italiani ma che almeno i fascisti non
hanno mai rubano, non sono stati corrotti. Invece non è così.
Mussolini non fa in tempo a prendere il potere che la corruzione già dilaga. Un
sistema corrotto scoperto già da Giacomo Matteotti: denuncia traffici
di tangenti per l’apertura di nuovi casinò, speculazioni
edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto il futuro Duce
attraverso suo fratello Arnaldo.
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune
I documenti scoperti e mostrati da storici di assoluto
valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco
Perfetti, Lorenzo Santoro presso l’Archivio Centrale dello Stato sono
prove che inchiodano il fascismo alla verità.
Mito: Devi ringraziare il Duce se esiste la pensione.
Realtà: In Italia la previdenza sociale nasce nel 1898 con la fondazione della "Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai", un’assicurazione volontaria integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e dal contributo anch'esso libero degli imprenditori. Mussolini aveva in quella data l’età 15 anni. L’iscrizione a tale istituto diventa obbligatoria solo nel 1919, durante il Governo Orlando, anno in cui l’istituto cambia nome in “Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali”. Mussolini fondava in quella data i Fasci Italiani e non era al governo.
Tutta la storia della nostra previdenza sociale è peraltro verificabile sul sito dell'Inps. La pensione sociale viene introdotta solo nel 1969. Mussolini in quella data è morto da 24 anni.
Realtà: In Italia la previdenza sociale nasce nel 1898 con la fondazione della "Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai", un’assicurazione volontaria integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e dal contributo anch'esso libero degli imprenditori. Mussolini aveva in quella data l’età 15 anni. L’iscrizione a tale istituto diventa obbligatoria solo nel 1919, durante il Governo Orlando, anno in cui l’istituto cambia nome in “Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali”. Mussolini fondava in quella data i Fasci Italiani e non era al governo.
Tutta la storia della nostra previdenza sociale è peraltro verificabile sul sito dell'Inps. La pensione sociale viene introdotta solo nel 1969. Mussolini in quella data è morto da 24 anni.
Mito: La cassa integrazione guadagni è stata pensata e creata dal Duce per aiutare i lavoratori di aziende senza lavoro.
Realtà: La cassa integrazione guadagni (CIG) è un ammortizzatore sociale per sostenere i lavoratori delle aziende in difficoltà economica. Nasce nell'immediato dopoguerra per sostenere i lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra furono colpite dalla crisi e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività. Quindi la cassa integrazione nasce per rimediare ai danni causati dal fascismo e della guerra che hanno causato milioni di disoccupati.
Nel 1939, tramite circolari interne, veniva prevista la possibilità, prevista senza un reale quadro normativo per poterla applicare, visto che allora era totalmente inutile.
L’Italia, già coinvolta nelle guerre nelle colonie (Libia, Abissinia) si stava preparando all’entrata in guerra al fianco della Germania e l’industria (soprattutto quella bellica) era in gran fermento, motivo per cui non solo si lavorava a turni pesantissimi ma si assistette addirittura al primo esodo indotto di lavoratori dall’agricoltura all’industria.
La Cassa Integrazione Guadagni, nella sua struttura è stata costituita solo il 12 agosto 1947 con DLPSC numero 869, misura finalizzata al sostegno dei lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra erano state colpite e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività.
Mito: Ai tempi del Duce eravamo tutti più ricchi.
Realtà: Mussolini permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo consistente i loro profitti, a scapito degli operai. Infatti fece approvare il loro contenimento dei salari.
Nel 1938, dopo 15 anni di suo operato, la situazione economica dell’italiano medio era pessima, il suo reddito era circa un terzo di quello di un omologo francese.
Mito: grazie al Duce la disoccupazione non esisteva
Realtà: non vi era un reale stato di benessere dell’economia ma in
realtà l’Italia stava preparando l’entrata in guerra e tutte le industrie (e
l’artigianato) che direttamente o indirettamente fornivano l’esercito
lavoravano a pieno regime. Senza contare le masse arruolate nell'esercito per
poi essere usate come carne da macello per i sogni di gloria del duce.
Per contro, l’accesso al lavoro era precluso a tutti coloro che non sottoscrivevano la tessera del Partito Nazionale Fascista, sanzione che era estesa anche ai datori di lavoro che eventualmente li impiegassero. Motivo per cui durante il fascismo assistemmo ai flussi migratori di tutti coloro che per motivi politici non intesero allinearsi al regime ma avevano una famiglia da mantenere.
Per contro, l’accesso al lavoro era precluso a tutti coloro che non sottoscrivevano la tessera del Partito Nazionale Fascista, sanzione che era estesa anche ai datori di lavoro che eventualmente li impiegassero. Motivo per cui durante il fascismo assistemmo ai flussi migratori di tutti coloro che per motivi politici non intesero allinearsi al regime ma avevano una famiglia da mantenere.
Il 27 maggio 1933 l'iscrizione al partito fascista è dichiarata requisito
fondamentale per il concorso a pubblici uffici; il 9 marzo 1937 diventa
obbligatoria se si vuole accedere a un qualunque incarico pubblico e dal 3
giugno 1938 non si può lavorare se non si ha la tanto conclamata tessera.
Mito: Il Duce ha fatto costruire grandi strade in Italia.
Realtà: Il programma infrastrutturale che prevedeva la costruzione delle strade completate durante il ventennio cominciò già durante il quinto governo di Giovanni Giolitti, avendo constatato l’impossibilità di uno sviluppo industriale in mancanza di solide strutture. Infatti, la necessità di realizzare infrastrutture in Italia fu un’idea di Giovanni Giolitti durante il suo quinto governo (15 giugno 1920/7 aprile 1921), avendo constatato l’impossibilità di uno sviluppo industriale in mancanza di solide strutture, sviluppo industriale dimostratosi necessario dal confronto con le altre grandi potenze che avevano partecipato al primo conflitto mondiale.
Tale “rivoluzione” non potè essere attuata da Giovanni Giolitti, prima, e dal governo Bonomi che ne seguì solo per i sette mesi che resse a causa del boicottaggio e dell’ostruzionismo politico da parte del nascente fascismo, prima generico movimento popolare (1919) e poi soggetto in forma di partito dal 1921, con la costituzione del Partito Nazionale Fascista.
Mito: “quando c’era lui i treni arrivavano in orario”
Realtà: non è vero. Come spiega questo articolo dell'Indipendent,
si tratterebbe infatti di un mito derivante dalla propaganda durante il Ventennio.
La puntualità dei treni era infatti per la propaganda fascista il simbolo del ritorno all'ordine nel paese ma, in realtà, è solo grazie alla censura sistematica delle notizie riguardanti incidenti e disservizi ferroviari che questa immagine si è potuta formare.
La puntualità dei treni era infatti per la propaganda fascista il simbolo del ritorno all'ordine nel paese ma, in realtà, è solo grazie alla censura sistematica delle notizie riguardanti incidenti e disservizi ferroviari che questa immagine si è potuta formare.
Mito: Il governo di Mussolini raggiunse il pareggio di bilancio il primo
aprile 1924 (e quindi è migliore dei governi attuali)
Realtà: Partiamo malissimo perché il pareggio è successo nel 1925 ed in
altra data. Il mito calca la mano sul concetto fondamentale che il governo
fascista fu in grado di pareggiare il bilancio dello stato mentre i governi
attuali siano degli inetti. Che ci sia riuscito non c’è dubbio, ma era già
successo prima che Mussolini salisse al governo (fu Minghetti a realizzarlo)
nel 1876. Quindi dovremmo replicare anche le politiche economiche di 2 secoli
fa?
All’inizio del ventennio l’Italia arrivava da un periodo di indebitamento causato dalla Guerra Mondiale e furono adottati dei provvedimenti corretti come le liberalizzazioni, riduzione delle spese e l’espansione industriale aiutò moltissimo, ma è possibile secondo voi paragonare l’economia di inizio ‘900 con quella attuale?
Come ogni disinformazione che si rispetti è più importante quello che si sta dimenticando di dire, e cioè che negli anni successivi però andò tutto in vacca: la crisi mondiale in parte e il disinteresse dell’economia del Duce, molto più interessato a fare la guerra, portarono il bilancio in negativo vanificando tutti gli sforzi fatti. La politica di autarchia messa in atto limitò moltissimo le importazioni e le esportazioni, politica totalmente inapplicabile oggi. Oltre ad aver causato la distruzione della nazione nella Seconda Guerra Mondiale.
Citando Totò: “L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”
All’inizio del ventennio l’Italia arrivava da un periodo di indebitamento causato dalla Guerra Mondiale e furono adottati dei provvedimenti corretti come le liberalizzazioni, riduzione delle spese e l’espansione industriale aiutò moltissimo, ma è possibile secondo voi paragonare l’economia di inizio ‘900 con quella attuale?
Come ogni disinformazione che si rispetti è più importante quello che si sta dimenticando di dire, e cioè che negli anni successivi però andò tutto in vacca: la crisi mondiale in parte e il disinteresse dell’economia del Duce, molto più interessato a fare la guerra, portarono il bilancio in negativo vanificando tutti gli sforzi fatti. La politica di autarchia messa in atto limitò moltissimo le importazioni e le esportazioni, politica totalmente inapplicabile oggi. Oltre ad aver causato la distruzione della nazione nella Seconda Guerra Mondiale.
Citando Totò: “L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”
Ha poi senso paragonare le scelte fatte quasi 100 anni fa a quelle attuali?
Non è corretto né economicamente né storicamente. Un modello che è crollato su
se stesso non è il miglior modello.
Mito: Mussolini rinunciò al suo stipendio per risanare l'economia e
finanziare la guerra
Realtà: che Mussolini abbia o meno rinunciato al suo stipendio è
irrilevante essendo stato un dittatore: dubito che le sue spese personali
fossero state proporzionate al suo stipendio e il “dover finanziare una guerra”
fu proprio quello che portò a sciupare quello che aveva fatto (per Mussolini
era inconcepibile che non si facessero guerre, erano nella natura dell’uomo).
Mito: Mussolini non aumentò le tasse
Realtà: a parte i primi anni non è vero che le tasse non furono aumentate,
un po’ alla volta nuove tasse colpirono gli italiani e la lira che aveva
rafforzato nei primi anni venne svalutata più volte per poter tirare avanti. In
parole povere davanti alle difficoltà il governo prese di volta in volta
decisioni diverse e logicamente variavano anche di molto in base al momento
storico. Non si può dire “Mussolini non aumentò le tasse”.
Mito: Mussolini impose ai membri del governo l'uso delle biciclette facendo
risparmiare miliardi al popoli italiano
Realtà: Non esiste nessuna conferma sulla fiaba delle biciclette. Anzi ad un certo punto per spingere l’industria dell’automobile si mise una tassa sulla bici e, almeno in alcune grandi città, si cominciò a limitarne l’uso. Sull’effettivo risparmio di questa manovra come prima pesa il non detto: a chi rimosse l’auto? Quante erano le auto? Furono risparmiati miliardi di lire? Se parliamo di miliardi di lire (ne considero almeno due per essere plurale) del 1925 parliamo di circa 1.5 Miliardi di euro oggi con la rivalutazione monetaria. Al 2012 la spesa per autoblu e autogrigie in italia è stato di circa 1 Miliardo di euro, quindi dobbiamo dedurre che negli anni ’20 in Italia c’erano più auto pubbliche che adesso? Vi sembra possibile? E cercando tra i documenti del parlamento di quegli anni ho trovato stanziamenti per le automobili al servizio del governo…
Mito: Il Duce è stato l'unico uomo di governo che abbia veramente amato
questa nazione.
Realtà: «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative.» enunciò il Duce il 26 maggio 1940 (ndr. L’Italia nella seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1946, p. 37): e così fu, visto che nella disastrosa “campagna di Russia”, solo per compiacere Adolf Hitler con una presenza italiana del tutto male equipaggiata e fornita nelle sue operazioni di guerra di guerra, persero la vita ufficialmente 114’520 militari sui 230’000 inviati al fronte, a cui aggiungere i dispersi, ovvero le persone che non risultavano morte in combattimento ma nemmeno rientrate in patria, che fonti UNIRR stimano in circa 60’000 gli italiani morti durante la prigionia in Russia.
Già...proprio amore.
Mussolini amava talmente l’Italia che:
- ha instaurato una dittatura
- ha abbassato i salari
- ha portato il paese al collasso economico
- ha tolto la libertà ai cittadini italiani
Realtà: «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative.» enunciò il Duce il 26 maggio 1940 (ndr. L’Italia nella seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1946, p. 37): e così fu, visto che nella disastrosa “campagna di Russia”, solo per compiacere Adolf Hitler con una presenza italiana del tutto male equipaggiata e fornita nelle sue operazioni di guerra di guerra, persero la vita ufficialmente 114’520 militari sui 230’000 inviati al fronte, a cui aggiungere i dispersi, ovvero le persone che non risultavano morte in combattimento ma nemmeno rientrate in patria, che fonti UNIRR stimano in circa 60’000 gli italiani morti durante la prigionia in Russia.
Già...proprio amore.
Mussolini amava talmente l’Italia che:
- ha instaurato una dittatura
- ha abbassato i salari
- ha portato il paese al collasso economico
- ha tolto la libertà ai cittadini italiani
Il Duce amava talmente l’Italia da aver introdotto leggi razziali antisemite nel 1938 solo per compiacere l’alleato nazista, inutili perché in Italia gli ebrei, a differenza che in Germania, non avevano un’importanza rilevante in un sistema economico di cui la dittatura volesse provvedere all’esproprio.
Voleva così bene al suo popolo da farlo sprofondare in una guerra civile
quando fu esautorato dal potere creando la Repubblica Sociale Italiana. Un
paese già allo sbando a causa dell'armistizio dell'8 settembre e provato dalla
guerra (condotta da lui con esiti a dir poco disastrosi) venne dilaniato ancora
di più tra cosiddetta" Repubblica di Salò" e Italia liberata.
E i fascisti, soprattutto durante il periodo della Repubblica Sociale
Italiana (o di Salò) collaborarono attivamente ai massacri di rappresaglia a
seguito delle operazioni partigiane e alla deportazione nei lager di cittadini
italiani.
E l’Italia, unico nei paesi “satellite” della Germania nazista, il fascismo
fu istitutore e gestore di “lager” in Italia con l’impiego prevalente di
proprio personale: la bibliografia ufficiale stima in
259 i campi di prigionia in Italia e gestiti con presenza prevalente di
personale italiano, alcuni normali campi di detenzione, altri campi di
smistamento in attesa della deportazione in Germania come quello di Bolzano e
Fossoli, in provincia di Modena; ma alcuni erano autentici campi di sterminio
come la Risiera di San Sabba a Trieste, dove il tenore dei massacri era
inferiore solo ai campi in Germania e Polonia, molto più grandi e appositamente
attrezzati.
Dossier, lettere, minacce, accuse vere e false oscenità, inganni, arresti,
ricatti. Un ventennio di ricatti! Gerarca contro Gerarca, amante contro amante,
e l’accusa di omosessualità come arma politica. E Mussolini su
tutto e su tutti fa spiare, controlla, punisce, muove le sue pedine.
Dossier, lettere, minacce, accuse vere e false oscenità, inganni, arresti,
ricatti. Un ventennio di ricatti! Gerarca contro Gerarca, amante contro amante,
e l’accusa di omosessualità come arma politica. E Mussolini su
tutto e su tutti fa spiare, controlla, punisce, muove le sue pedine. -
E ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ampiamente documentato: corruzione dilagante,
dossier, lettere, minacce, accuse vere e false oscenità, inganni, arresti, ed
anche ricatti. Un ventennio di ricatti! Gerarca contro Gerarca, amante contro
amante, e l’accusa di omosessualità come arma politica. E Mussolini su tutto e
su tutti fa spiare, controlla, punisce, muove le sue pedine.
La prossima volta che vi imbattete in una immagine che inneggia alla saggezza del Duce e di come potrebbe essere la salvezza dell’Italia fatevi una ricerca sulla storia del fascismo.
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